Impazza la febbre da Mondiale ma il
calcio ci offre l'occasione per conoscere meglio i paesi partecipanti
e il “pretesto” per scoprire le loro tradizioni e la loro
cultura. Dopo la Capoeira brasialina, parliamo della Ranchera
messicana.
Si tratta di un genere musicale
popolare della musica messicana. Sottogeneri sono: il huapango,
il bolero ranchero, il corrido.
Il ritmo può essere in 3/4, 2/4 o 4/4,
riflettendo rispettivamente i ritmi di valzer, polka e bolero.
Le canzoni solitamente consistono in: introduzione
strumentale, strofa e ritornello; sezione strumentale
che ripete la strofa, un'altra strofa, ritornello e una chiusura.
Le sue origini risalgono al XIX secolo,
ma si sviluppò nel teatro nazionalista del periodo
post-rivoluzionario del 1910 e divenne un'icona dell'espressione
popolare del Messico, un simbolo del paese, che si diffuse con
grande successo in vari paesi latinoamericani, specialmente grazie al
cinema messicano degli anni quaranta, cinquanta e sessanta.
I cantanti professionisti di questo
genere sviluppano uno stile estremamente emozionale, una delle cui
caratteristiche consiste nel sostenere molto a lungo una nota alla
fine di una strofa o di un verso.
Per quanto riguarda i testi,
predominarono all'inizio le storie popolari relative alla rivoluzione
messicana, la vita contadina, i cavalli, la famiglia, i bar e le
cantine e le tragedie amorose, per focalizzarsi maggiormente in
seguito su storie d'amore.
Tra i più famosi compositori di
ranchera troviamo Cuco Sánchez, Antonio Aguilar e José
Alfredo Jiménez, il cantautore più prolifico, che ha composto molti
dei pezzi più noti e un totale di oltre mille canzoni.
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