Per secoli, il solstizio
d’estate ha rappresentato la festa più importante in tutta
l‘Europa. Moltitudini di persone si spostavano per
raggiungere Stonehenge (quest'anno sono stati circa 40mila).
A metà del II sec. a.C. in molti
festeggiavano insieme la notte più lunga dell’anno, immersi
nell’atmosfera magica creata dai megaliti.
Questa notte rappresenta un punto di
svolta, il momento a partire dal quale il sole inizia a splendere
ogni giorno un po‘ meno, fino alla rinascita che avviene con
il solstizio d’inverno. L’antico rituale portava le persone
a riunirsi e conciliava le loro credenze, anche se solo per una
notte. Nell’aria si sentiva la fierezza di ciò che, con grande
forza, realizzarono le generazioni precedenti. Le persone erano molto
legate ai loro riti - la tradizione vuole che saltassero, ballassero
e cantassero intorno ai fuochi della gioia, che in quella notte
bruciavano fino al sorgere del sole. Si suonavano i tamburi,
creando un’atmosfera che stringeva ancor di più il legame con
la madre natura. Queste cerimonie dovevano rafforzare la
fertilità della terra e, il rituale vuole che, durante quella
notte, le persone dovessero cercare il piacere l’una con l’altra.
Al sorgere del sole, i fuochi si
spegnevano e tutti si riunivano intorno al sacro cerchio dei
megaliti. Così si suppone che si svolgesse, un tempo, la festa
del solstizio d’estate.
Stonehenge risale al periodo
neolitico e si trova appunto nella regione del Whiltshire,
nell’Inghilterrameridionale e ancora oggi, in occasione del
solstizio d’estate, raccoglie tantissimi appassionati dell’evento.
La notte del solstizio d’estate è
uno dei pochi periodi all’anno in cui i visitatori possono accedere
direttamente alla zona dei megaliti.
Per molte persone, ancora oggi, è
importantissimo essere presente a Stonehenge in quella notte, come se
questo rito avesse ancora un significato magico.
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