Alle marionette, infatti, era demandato dalla corte il ruolo di diffusione delle notizie dalla capitale alle campagne, mentre gli abitanti dei villaggi, a loro volta, incaricavano i manipolatori di sottoporre le loro richieste alla famiglia reale, attraverso i buoni uffici delle marionette. L’importanza di questo scambio, che vedeva al centro i pupazzi, era tale che il re aveva una propria troupe che inviava in tournée nei villaggi e nelle fiere che si tenevano periodicamente presso i templi buddhisti. Inoltre, alle marionette era concesso ciò che non lo era agli esseri umani: ad esempio dare al re cattive notizie (nessuno dei sudditi avrebbe osato, pena la vita). A sua volta il re poteva utilizzarle per rimproverare, in modo indiretto, i membri della sua stessa famiglia.
Le marionette sono grandi, superano spesso il metro di altezza e, a volte, sono alte quanto un uomo. Indossano ricche vesti tradizionali su cui spiccano ricami preziosi e decorazioni dorate. Sono costruite in legno e metallo, realizzate con grande precisione, maestria e cura dei dettagli tale da costituire, il più delle volte quando si tratta di esemplari antichi, autentici capolavori. Il volto è normalmente bianco con lineamenti delicatamente tracciati. Il rosso è invece destinato a caratterizzare il personaggio del buffone.
Nel teatro delle marionette tradizionale i personaggi sono ventisette, suddivisi fra figure che entrano sul palcoscenico da destra, i buoni, e figure che entrano da sinistra, i cattivi. Un’apertura centrale, invece, permette l’ingresso di creature celesti. Fra i personaggi buoni si annoverano il re, il principe, la principessa, i ministri, i nat (spiriti) e gli elefanti. Fra i personaggi cattivi si contano il mago, gli esseri magici, le scimmie, le tigri. A questi, in epoca recente sono stati aggiunti altri personaggi.
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