La nascita del caffè come bevanda
presenta origini oscure. Secondo un' antichissima leggenda, un
pastorello africano, mentre pascolava le sue pecore, vide che il suo
gregge era diventato improvvisamente più energico del solito; scoprì
che la fonte di tanta energia erano stati i chicchi di una pianta
sconosciuta, che volle provare lui stesso.
Colpito dall'effetto miracoloso provocato dai chicchi misteriosi, li fece provare a molte persone del suo villaggio, ma non tutti accettarono la nuova scoperta con entusiasmo; così ci fu qualcuno che, temendo di rimanere vittima di un maleficio, li gettò nel fuoco salvo poi, riprenderli, gettarli nell'acqua e creare il primo caffè della storia.
Il passo dalla leggenda alla realtà diventa più difficile. Si è certi però che il caffè fosse presente nel medioriente. A Costantinopoli nel 1554 viene aperta una prima bottega del caffè, in seguito ebbe una larga diffusione anche in Siria, in Palestina, in Egitto. In Europa le prime botteghe di caffè comparvero nel 1600 e nel 1700 apre a Venezia il mitico Caffè Florian, ritrovo di intellettuali ed artisti.
In seguito le preziose piantine di caffè furono esportate in Sudamerica e in tutto il mondo. I turchi dicono del caffè: “Deve essere nero come l'inferno, forte come la morte e dolce come l'amore”.
La tradizione del caffè turco è unica per via del suo processo di preparazione. La polvere di caffè viene macinata in modo che sia finissima; poi la si fa bollire dentro l'ibrik, un piccolo bricco d'ottone insieme con acqua, zucchero e, in base alle diverse tradizioni, con spezie. Questa miscela viene fatta bollire e sbollire tre volte prima di essere versata in una tazzina rigorosamente di porcellana avvolta da un guscio d'ottone. Il caffè così ottenuto deve riposare almeno un paio di minuti prima di essere bevuto per fare in modo che la polvere si depositi sul fondo della tazzina. Nei bar turchi non è difficile incontrare qualcuno che abbia voglia di “leggere” i fondi del caffè, capovolgendo la tazzina e indagando passato e futuro nei residui lasciati sul piattino.
Colpito dall'effetto miracoloso provocato dai chicchi misteriosi, li fece provare a molte persone del suo villaggio, ma non tutti accettarono la nuova scoperta con entusiasmo; così ci fu qualcuno che, temendo di rimanere vittima di un maleficio, li gettò nel fuoco salvo poi, riprenderli, gettarli nell'acqua e creare il primo caffè della storia.
Il passo dalla leggenda alla realtà diventa più difficile. Si è certi però che il caffè fosse presente nel medioriente. A Costantinopoli nel 1554 viene aperta una prima bottega del caffè, in seguito ebbe una larga diffusione anche in Siria, in Palestina, in Egitto. In Europa le prime botteghe di caffè comparvero nel 1600 e nel 1700 apre a Venezia il mitico Caffè Florian, ritrovo di intellettuali ed artisti.
In seguito le preziose piantine di caffè furono esportate in Sudamerica e in tutto il mondo. I turchi dicono del caffè: “Deve essere nero come l'inferno, forte come la morte e dolce come l'amore”.
La tradizione del caffè turco è unica per via del suo processo di preparazione. La polvere di caffè viene macinata in modo che sia finissima; poi la si fa bollire dentro l'ibrik, un piccolo bricco d'ottone insieme con acqua, zucchero e, in base alle diverse tradizioni, con spezie. Questa miscela viene fatta bollire e sbollire tre volte prima di essere versata in una tazzina rigorosamente di porcellana avvolta da un guscio d'ottone. Il caffè così ottenuto deve riposare almeno un paio di minuti prima di essere bevuto per fare in modo che la polvere si depositi sul fondo della tazzina. Nei bar turchi non è difficile incontrare qualcuno che abbia voglia di “leggere” i fondi del caffè, capovolgendo la tazzina e indagando passato e futuro nei residui lasciati sul piattino.
Altre informazioni su locali e caffè
anche sul nuovo portale ufficiale di Istanbul: howtoistanbul.com
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