Le feria andaluse, ricche di colori, musica, danze e
allegria, traggono origine dalle tradizionali feria del bestiame di primavera e
autunno, nate durante il Medioevo. Con gli anni queste feste hanno perso il
significato originario, trasformandosi in eventi sociali a cui si partecipa con
i vestiti tradizionali, con cavalli e calessi. Ogni feria ha la propria
particolarità ma tutte presentano analoghe caratteristiche.
Sebbene abbia conquistato una fama mondiale e venga
imitata da altre grandi feria, come quelle di Cordova, Málaga e Jerez, la
Feria di Siviglia è relativamente recente (1847).
Si accede alla Feria, area recintata, attraverso una
grande porta ornata di lampadine multicolori. L’interno è suddiviso in vari
settori: la cosiddetta Calle del Infierno (inferno), quella del Recreo (svago),
che accoglie le attrazioni tipiche (ruota panoramica, montagne russe, tiro a
segno, tombola), la zona commerciale o Rastro (solo nei villaggi) e infine il
Real della Feria. In quest’ultimo settore trovano collocazione le casetas ,
fragili ed effimere costruzioni in legno e tela adorne di lanterne, dipinti e
mobili più o meno lussuosi, dove si mangia, canta e balla giorno e notte. Ci
sono casetas riservate a comitive private, e casetas pubbliche.
Benché non sembri evidente, specialmente per coloro
che assistono ad una feria per la prima volta, il programma viene stabilito in
anticipo con precisione. Da mezzogiorno fino alle 16 circa, la gente si riunisce
al Real indossando il tipico costume tradizionale. Le casetas si riempiono di
musica e mentre alcuni ballano, altri passeggiano per le vie a piedi, su
splendidi cavalli bardati o in carrozza. Dopo la siesta o la corrida, la festa
è tutta dedicata ai bambini. La sera si cena all’interno della Feria in abiti
più semplici, preparandosi ai festeggiamenti notturni. La settimana della feria
trascorre così, dormendo poco e continuando comunque a lavorare per gran parte
della giornata.
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